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  • susannacastelli

Traffico illecito di opere d’arte: una ferita aperta


Lo strumento internazionale più importante nella lotta contro il traffico illecito dei beni culturali è senza dubbio rappresentato dalla Convenzione UNESCO del 1970 che ad oggi è stata adottata da tutti i principali paesi coinvolti nel commercio artistico, tra cui anche gli Stati Uniti d’America.

Ciò nonostante la Convenzione Unesco si è rilevata uno strumento non particolarmente efficace dal punto di vista legale al fine di risolvere i principali problemi legati alla circolazione illecita di beni culturali, soprattutto con riferimento alla restituzione dei reperti antichi rinvenuti illegalmente.

Gli impegni assunti dagli Stati parte della Convenzione allo scopo di impedire l’importazione e favorire la restituzione di beni culturali rubati si applicano infatti solo con riferimento ai beni rubati in un museo, o in un monumento pubblico civile o religioso o in un’istituzione similare e, soprattutto, non hanno efficacia retroattiva.

Limiti, quelli sopra evidenziati, che derivano dalla originaria concezione della Convenzione quale strumento di cooperazione (e compromesso) internazionale finalizzato a creare una base etica comune nella gestione dei patrimoni culturali.

Per superare tali limiti, sono stati poi adottati altri strumenti internazionali quali ad esempio la Convenzione UNIDROIT del 1995 (di cui tuttavia gli Stati Uniti non sono parte) che ha introdotto importanti novità in tema di obbligo di restituzione stabilendo, ad esempio, una vera e propria inversione dell’onere della prova circa l’esistenza della buona fede che deve essere dimostrata dal possessore.


Avv. Enrico Luzzatto

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